Ciclisti invisibili, morto vero

Oggi si è verificato un altro “incidente” mortale ai danni di un cliclista.

A questo link l’articolo di Paolo Pinzuti su Il fatto quotidiano che giustamente segnala il contrasto fra la pericolosotà delle nostre strade urbane e il codice della strada che chiede al ciclista di viaggiare al bordo della carreggiata.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/16/ciclisti-condannato-a-morte-dal-codice-della-strada/815498/

“Tragica fatalità” in via Solari

a freddo, due settimane dopo ritorno sulla tragica morte del ragazzino in via Solari per fare  due piccole osservazioni.

La prima riguarda la ricerca, per quello che mi pare di aver letto, di responsabilità personali: il conducente del tram, la persona che guidava l’automobile in sosta vietata, la ragazza che ha aperto la portiera senza prima guardare. E’ questo il nocciolo della questione? Non voglio dire che non ci siano responsabilità singole; ci sono e verranno individuate dalla magistratura. Ma il punto è un altro: i ciclisti devono poter pedalare in un ambito stradale protetto e esclusivo. Punto e basta. Fino a quando non sarà così corremo sempre il rischio di un incidente per “tragica fatalità”.

La seconda riguarda la decisione di eseguire nei giorni successivi alla tragedia 266 multe per divieto di sosta da parte della polizia locale. Non critico le multe in sé; sono sacrosante perché intralciano traffico e sicurezza stradale. Quello che trovo però meschino è che il giorno dopo l’irreparabile si faccia un’azione dimostrativa. E’ la dimostrazione che si poteva intervenire e non si è intervenuti. E’ la dimostrazione che se si esce sul giornale allora vale politicamente la pena di impegnarsi. Un brutto segnale.

Rimane nella pancia un evento inaccettabile per ogni genitore.